ASCANIO CELESTINI – Attraverso Festival
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ASCANIO CELESTINI

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domenica 04 Luglio 2021 / 21:00

ASCANIO CELESTINI

in I parassiti - un diario nei giorni del Covid 19 Reading di Ascanio Celestini con Gianluca Casadei alla fisarmonica Per informazioni Corsari di Morbello t.+39 338 4771678

MORBELLO, Villa Claudia, Località Costa, (AL)

15 €
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La quinta edizione di ATTRAVERSO FESTIVAL – Uomini e storie delle terre di mezzo inizia, quasi simbolicamente, con un lavoro di prorompente attualità scritto e interpretato da Ascanio Celestini, accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei. A Villa Claudia a Morbello (AL), domenica 4 luglio alle 21, andrà in scena I parassiti – un diario ai tempi del Covid 19.

Lo spettacolo, tratto da tre racconti scritti da Celestini durante la pandemia e pubblicati da Einaudi è il racconto di chi è stato preso di sorpresa dalla pandemia, ma l’ha interpretata. Abbandonare le proprie abitudini – quando la realtà cambia così rapidamente e in modo tanto incomprensibile – è forse lo sforzo più complesso che l’emergenza sanitaria ci ha richiesto. Uno sforzo ancora maggiore se, come accade ai protagonisti di questi tre racconti di Ascanio Celestini, hai riposto gran parte dei tuoi desideri nella quotidianità. Ciascuno di loro a suo modo è incapace di scendere a patti con l’inevitabile, con la rinuncia, con la perdita; convinto che basti negare il dolore per farlo sparire. Sono personaggi a cui è impossibile non volere bene, ostinatamente e umanamente aggrappati a una passeggiata, a un mazzo di fiori, a un abbraccio, a un ricordo. Personaggi che, come è accaduto a tutti noi, scopriranno quanto smettere di farsi domande non valga mai la pena – anche quando non si hanno risposte.

“Su tutti i media ci hanno mostrato la fotografia del parassita e anche i numeri, le carte geografiche che cambiano colore con la diffusione del virus e i grafici. Abbiamo un’idea razionale della malattia. La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando. Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato. E all’inizio abbiamo pensato che fosse proprio il numero, la quantità. E invece è una questione di qualità. Non siamo più preparati per la morte. I cadaveri non ci fanno una grande impressione. Non ci perturbano più di tanto. Ma siamo sconvolti dal nulla che se li porta via. Non sappiamo che fare. E se ci tolgono il corpo del defunto siamo completamente spaesati. Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota. Così mi sono messo a raccontare e a scrivere. A fare qualcosa che non avesse un corpo. Perché il lutto è immateriale come la memoria, le parole, i sogni.”


Per Raggiungere:

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