VERA GHENO

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giovedì 18 Luglio 2024 / 21:00

VERA GHENO

in Grammamanti

CALAMANDRANA ALTA, Borgo, (AT)

5 €
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Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità, per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo. Con queste affermazioni, la sociolinguista Vera Gheno torna ad affrontare il tema della lingua ad Attraverso Festival, questa volta con il monologo “Grammamanti”, presentato giovedì 18 luglio a Calamandrana Alta (at).

Cosa vuol dire essere grammamanti? Un grammamante è chi ama la lingua in modo non violento, la studia e cosí comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.

Con “Grammamanti”, Vera Gheno racconta del bisogno di recuperare un rapporto intimo, quasi carnale, con la propria lingua madre. Dove amarla non significa difenderla da nemici immaginari, da presunte corruzioni, ma celebrarla a ogni frase, sceglierne con cura ogni parola, gustandosela in bocca, come un frutto maturo. Vuol dire smettere di pensare a come si devono dire le cose e spalancare la mente a come si possono dire le cose.

Vera Gheno, sociolinguista, traduttrice dall’ungherese e divulgatrice, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca e per quattro anni con la casa editrice Zanichelli. Ha insegnato come docente a contratto all’Università di Firenze per 18 anni; da settembre 2021 è ricercatrice di tipo A presso la stessa istituzione. La sua prima monografia è del 2016: “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)”; del 2017 è “Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network” (entrambi per Franco Cesati Editore). Nel 2018 è stata coautrice di “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (Longanesi). Nel 2019 ha dato alle stampe “Potere alle parole. Perché usarle meglio” (Einaudi), “La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza” (Zanichelli), “Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure” (Newton Compton), “Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole” (EffeQu); è del 28 aprile 2020 l’ebook per Longanesi “Parole contro la paura. Istantanee dall’isolamento”. Nel 2021 pubblica “Trovare le parole. Abbecedario per una comunicazione consapevole” (con Federico Faloppa, Edizioni Gruppo Abele) e “Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole” (Einaudi). È del maggio 2022 “Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo” (Il Margine), mentre nel 2023 pubblica “Galateo della comunicazione” (Cesati) e “L’antidoto. 15 comportamenti che avvelenano la nostra vita in rete e come evitarli” (Longanesi). Infine nel 2024 pubblica il libro “Grammamanti. Immaginare futuri con le parole” (Einaudi).

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